Se l’orienteering viene definito a buon diritto “lo sport dei boschi”, c’è da dire che anche la sua versione “urbana” in alcuni casi è un assoluto spettacolo.
E quando questa versione ha per palcoscenico una città come Venezia, beh… non ci sono parole.
Correre lungo le calli, costeggiare i canali, superare i ponti, attraversare i campi per andare alla caccia delle lanterne con lo scenario della città lagunare è un’esperienza ineguagliabile.
Se poi ci mettiamo il tocco della “notturna” il fascino della competizione viene esaltato al massimo.
Queste sono per lo meno le sensazioni di chi scrive, che vi ha partecipato per la prima volta sabato scorso e ne è rimasto folgorato.
Una corsa di sei chilometri (per la categoria M55, un po’ di più o un po’ di meno per le altre categorie) con prime partenze alle 21.00, zigzagando ogni tanto fra i turisti incuriositi, con il frontalino indispensabile per fendere il buio nelle calli meno frequentate e soprattutto per leggere la mappa che, attraversando un paio di volte il Canal Grande, ha portato a scovare le lanterne da Campo San Boldo al Parco Savorgnan, da Cà Foscari alle Fondamenta dei Cereri dove era posizionato l’arrivo proprio all’entrata del CUS Venezia.
Complimenti agli amici dell’Orienteering Galilei per l’ottima organizzazione, che si può comprendere non sia per niente facile in una città come Venezia: un grande spot per questo sport!




